Piantaggine
# Plantago lanceolata L.Famiglia: Plantaginaceae Parte utilizzata: Foglie |
Descrizione e origine della piantaggine
La piantaggine è una pianta erbacea perenne, con rosetta basale costituita da foglie lineari-lanceolate, parallelinervie e scapi fiorali alti fino a 60 centimetri che terminano in spighe cilindriche singole costituite dalle caratteristiche infiorescenze marroncine, poco appariscenti. Caratteristici sono gli stami sporgenti, di colore bianco-giallognolo. La Piantaggine cresce spontanea ai margini delle strade, nei campi incolti e nei pascoli dell'Europa centrale e settentrionale e nel Nord Africa.
Principi attivi di riferimento
I componenti caratteristici della piantaggine sono i polisaccaridi mucillaginosi (2-6,5%), glicosidi iridoidi (2-3%) in particolare aucubina e catalpolo e feniletanoidi (3-8%) quali acteoside, isoacteoside e plantamajoside.
Attività principali della piantaggine
antiinfiammatoria, emolliente, spasmolitica, antitussiva.
Uso della piantaggine
La piantaggine è utile per i catarri delle vie respiratorie. Infiammazioni lievi e temporanee della mucosa orofaringea.
Il Medicamento del Viandante
La Piantaggine è una pianta da sempre presente nella vita quotidiana delle persone e data la sua facile reperibilità necessariamente è entrata a far parte delle pratiche mediche popolari. Il nome deriva dal termine latino Planta per la forma delle foglie che ricordano la pianta del piede ma anche per l'uso che ne facevano i viandanti. Questi avevano l'abitudine di applicare le foglie fresche direttamente sulla cute lesionata dal cammino oppure la utilizzavano anche come antidoto contro i morsi di serpenti e scorpioni. È stata usata in Europa sin dai tempi dei Greci e dei Romani, documentazioni del suo uso si trovano anche nei testi di Plinio il Vecchio (ca 23-79 d.C.). Oggi è inserita nelle Monografie dell’ESCOP e nella Farmacopea Ufficiale tedesca. La piantaggine è indicata per trattare la tosse associata alle bronchiti ed alle infezioni delle prime vie aeree e per uso topico per trattare stati irritativi ed infiammatori della cute. La droga è rappresentata dalle foglie, ma vengono utilizzate anche le parti aeree raccolte al tempo della fioritura o le sommità fiorite. Tra i componenti funzionali da rimarcare l'attività delle mucillagini (circa il 6,5%) con indice di rigonfiamento non inferiore a 6, costituite principalmente da polisaccaridi, presumibilmente un ramnogalatturonano, un arabinogalattano un glucomannano. Le mucillaggini della Piantaggine hanno azione emolliente e lenitiva che esplicano grazie alla loro capacità di legare una notevole quantità di acqua e di generare geli fluidi (idrocolloidi): a contatto con la cute o con le mucose formano un film sottile, elastico, trasparente, che è in grado di cedere acqua alla superficie di queste strutture biologiche. Le mucillagini possono cedere acqua ai tessuti, senza sottrarla, anche in condizioni di temperatura ambientale elevata, bassa umidità, secchezza e stati irritativi. Assicurano pertanto una continua idratazione delle mucose, delle superfici epiteliali e delle secrezioni che queste producono. I risultati di studi clinici e farmacologici sembrano confermare l'attività emolliente, espettorante, lenitiva e spasmolitica della Piantaggine giustificandone l'uso nel trattamento sintomatico della tosse e delle infezioni respiratorie delle prime vie aeree. Considerando l'ottima tollerabilità ne viene raccomandato l'uso nel trattamento della tosse, specialmente nei bambini. Molto interessante ricordare che sebbene gli usi citati siano quelli sui quali oggi c'è un maggior accordo scientifico, tradizionalmente la piantaggine viene utilizzata in maniera molto ampia ad esempio nelle condizioni irritative dell'apparato gastrointestinale e vie urinarie. In effetti recenti studi sembrano iniziare a supportare anche queste attività.